Bolivia, tra mondongo e dissenten

Le mie prime due settimane in Bolivia sono volate come il vento senza essere purtroppo altrettanto leggere.
La mia più grande paura nell’affrontare questo viaggio era l’altitudine a cui mi sarei trovata. Ero sicura che a 2800 metri fosse impossibile vivere una vita senza acciacchi, dati tutti i malesseri derivanti dal mal di montagna. E invece mi sbagliavo.

Appena arrivata all’areoporto di Sucre ho capito che non avrei smesso di fumare e che non avrei avuto nessun tipo di mal di testa. Camminando per i sali-scendi di Sucre un po’ di fiatone viene ma passa in men che non si dica, ed è dovuto più che altro all’apnea a cui ci si sottopone per non respirare i gas di scarico. Una vera piaga qui. Sapete perché gli autobus qui hanno scritte in giapponese?
Il Giappone si è liberato di questi autobus molti anni fa per gli eccessivi fumi che rilasciavano, e indovinate dove sono finiti?
Qui in Bolivia. ​

Una delle gioie più grandi di questo paese è la quasi totale assenza di viaggiatori italiani. Qui bazzicano principalmente tedeschi, o più in generale gente del Nord Europa.
Questa gioia ve la posso argomentare dicendovi che sono già in compagnia di 15 italiani e averne altri tra i piedi trasformerebbe il viaggio in un incubo.
Una delle cose che dovete mettere in conto se volete visitare la Bolivia sono i disturbi intestinali. Per quanto possiate stare attenti al cibo non potrete fare nulla per scongiurare il pericolo dell’acqua. L’acqua in bottiglia distribuita da Coca Cola è acqua purificata e non oligominerale come quella a cui siamo abituati. Per cui Dissenten. O Imodium, fate voi.

​I ristoranti boliviani, o più in generale i piatti della cucina boliviana, sono un grande punto interrogativo. A Sucre si mangia il mondongo, un piatto unico a base di carne di suino, mais e patate, il tutto condito da un succoso sugo di pomodoro piccante. A rotazione tutta la carne viene riproposta in questa maniera. Ma per me che mangio poca carne, e più nello specifico solo pollo, sono dolori. E allora mi danno l’anima pensando alle pile di verdura che vedo a prezzi stracciati al mercato e mi chiedo come sia possibile che non siano finite neanche per sbaglio a far parte di qualche piatto tipico.

Tutto è appena iniziato e queste sono solo un briciolo delle cose che ho visto e che vi racconterò della Bolivia. Anche perché manca ancora tanto alla fine di questa avventura.

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